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Gennaro Petrone (sempre nei nostri cuori)

Nato a Napoli. Si laurea in Composizione Multimediale presso il Conservatorio “Martucci” di Salerno, inizia la sua attività nel 1977 nell'ambito della musica popolare con la Nuova Compagnia di Canto Popolare (ricordiamo lo spettacolo Masaniello di Roberto De Simone). Nel 1981 è uno dei fondatori dei Popularia, gruppo formato da musicisti napoletani, influenzato tanto dal jazz quanto dal rock ma saldato alle radici della cultura tradizionale, con il quale realizza quattro album e partecipa al “Montreux Jazz Festival” nel 1983. Con questo “gruppo di lavoro” ma anche da solo, inizia una serie di collaborazioni in vari progetti discografici, colonne sonore e lavori teatrali, con i maggiori artisti italiani ed esteri: Merola, Musicanova, Coop. Teatrale Gli Ipocriti, Roberto Murolo, Pino Daniele, Blue Stuff, RAI, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Lina Wertmuller, Don Moye, Billy Cobham, Enzo Gragnaniello e altri, fino a Renzo Arbore L'Orchestra Italiana. Nel 1985 incontra la concertista Dorina Frati che gli fa conoscere la letteratura classica del mandolino; segue i corsi tenuti dal Maestro Ugo Orlandi, ne conosce gli allievi con i quali fonda, nel 1987, l'Associazione Mandolinistica Napoletana di cui è Presidente. Fonda e prende parte a varie formazioni da camera come i Mandolin Ensemble, orchestra a plettro dedita alla diffusione della letteratura mandolinistica; il Quartetto Plectrum, con il quale vince il 1° premio al Concorso Cameristico “Le Camenae D'Oro” nel 1992; il Quintetto Vesuviano, con il quale vince l'analogo concorso nel 2005 e i 4 MandoliNaples, con i quali ha all'attivo un cd. Collabora a lavori discografici con Ray Charles, Giorgia, De Piscopo e il Quartetto Calace, con il quale accompagna diversi cantanti dell'area “impegnata” napoletana.

Purtroppo Gennaro ci lascia a maggio 2014, all’età di cinquantasei anni, troppo presto, a causa di una grave malattia. L'affetto per lui resterà per sempre immutato e ne L'Orchestra Italiana ci sarà sempre un vuoto incolmabile. Ciao Gennaro, che la terra ti sia lieve.